Tra le perle più pregiate della mia avventura in Patagonia sicuramente vi è quella della colonia di leoni marini nella provincia di Rio Negro. Quando ero sull’aereo che dalla capitale mi avrebbe portato nella nuova provincia, una signora anziana seduta di fianco a me mi stava raccontando del fatto che da più o meno un mese le coste dell’Argentina erano affette da un vero e proprio virus che stava uccidendo diversi leoni marini.
Ero molto preoccupato e mi stavo anche sentendo molto sfortunato a riguardo. Effettivamente il giorno seguente durante la mia prima giornata di lavoro ho potuto constatare la veridicità del terribile fatto. Ero andato a fotografare la colonia di pappagalli più grandi al mondo e lungo il primo tratto di spiaggia (dopo poco meno di un km) avevo già trovato 4 o 5 leoni marini morti, sotterrati dalla sabbia. Un fatto veramente terribile.
Proseguendo la lunga strada sterrata che costeggiava il mare ho trovato diverse calette che scendevano in mare ed in ognuna di esse ho trovato almeno un leone marino ucciso dall’influenza aviaria. Però ho anche trovato bellissimi esemplari vivi e vegeti ed oltre a singoli individui occasionali, ho avuto la fortuna di trovarmi immerso in un’intera colonia con migliaia di esemplari che giocavano, si corteggiavano, lottavano, emettevano versi.
La maestosità dei leoni marini maschi
Sono rimasto affascinato dai maschi, dalla loro maestosità e dalla loro bellissima criniera che veramente li fa assomigliare a dei leoni, specialmente per il colorito giallo pastellato. Avevo talmente tanta frenesia addosso che avevo dimenticato il treppiede nel cofano del quad con il quale ero andato a fotografare e documentare la colonia tanto che per avere dei video stabili ho dovuto cercare una roccia che mi permettesse di mantenere il teleobiettivo bello stabile.
Ciò che ha reso questa avventura emozionante ed eccitante allo stesso momento è stato il come è stata eseguita: ho conosciuto Pablo, un signore che vive in una città della provincia di Rio Negro che si è calato nella figura di guida turistica (non ufficiale) in maniera impeccabile e sembrava avere più desiderio di me nel cercare la fauna locale e questa cosa ha avuto un vantaggio enorme per il fatto che lui, essendo del posto, conosceva la zona e soprattutto aveva i contatti.
Esatto, i contatti, la cosa più importante quando si viaggia in autonomia. Lui era a conoscenza dell’esistenza di questa enorme colonia di leoni marini che si trovava a 12 – 15 km da un villaggio di pescatori e che poteva essere raggiunta solo via mare, camminando sulla sabbia. Pablo ha avuto la brillante idea di chiedere ad un suo amico del villaggio di prestarci il quad con il quale avremmo percorso quei km di sabbia (con tanto di slalom tra le rocce) per andare dalla colonia.
L’incontro con la colonia di leoni marini
Erano le 11 del mattino e dovevamo attendere ancora qualche ora l’abbassarsi della marea. Qui il ciclo delle maree cambia più o meno ogni 6 ore e tramite una applicazione avevamo visto che verso le 13 sarebbe iniziata a scendere ma ciò non vuol dire che la costa diventa subito accessibile poiché l’acqua impiega diverso tempo per scendere di livello. Iniziamo la nostra avventura alla ricerca dei leoni facendo ogni tanto qualche sosta laddove le rocce interrompevano il nostro accesso e quindi toccava fermarci ed attendere il calo della marea.
Dopo esattamente 13 km, eccoli che me li vedo sulla sinistra, sotto la scogliera a riparo dal vento: ne erano più o meno una settantina. Inizialmente si son mostrati un po’ spaventati dalla mia presenza ed hanno iniziato a camminare (se così si può dire) verso il resto della colonia fino a quando non si sono abituati alla mia innocuità. Pablo era rimasto indietro ad osservare il tutto col binocolo mentre io ero lì, immerso nel mio momento a fare l’amore col presente.